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BARF è un acronimo a cui sono stati associati diversi significati. Tra questi, il più quotato è Biologically Appropriate Raw Food che sta a significare “Cibo crudo biologicamente appropriato”.
Ma appropriato per chi?
Su quali fondamenti si basa la filosofia BARF
La filosofia che sta dietro all’alimentazione BARF si basa sull’assunto che i carnivori selvatici si nutrono, in natura, di prede intere.
Una preda terrestre è composta da:
- carne (muscolo): che apporta principalmente la quota proteica
- grasso: che soddisfa il fabbisogno lipidico
- interiora: ricche di vitamine
- strutture osteocartilaginee: che apportano la quota necessaria di minerali
- contenuto del tratto gastroenterico: ricco di fibra
La dieta BARF, dunque, nel tentativo di simulare una dieta naturale di un carnivoro, si compone essenzialmente di:
- carne senza osso, cioè la parte di tessuto muscolare
- ossa polpose: sono ossa crude a cui viene lasciata attaccata parte della carne che le ricopre naturalmente
- interiora
- verdura e frutta
- olio
A questi possono essere associati altri alimenti, come uova, trippa verde o latticini.
Mancano all’appello alcuni nutrienti, come gli acidi grassi omega3 e la vitamina D, che si trovano negli organismi marini e che potrebbero essere introdotti nella dieta semplicemente variando correttamente la fonte alimentare.
La BARF, dunque, parrebbe essere un regime alimentare completo e bilanciato per un carnivoro che si nutra esclusivamente di prede intere cacciate in natura.
Quali differenze esistono tra i nostri pet ed i loro progenitori selvatici?
Lupi e cani
Almeno 12.000 anni sono il lasso di tempo intercorso dall’inizio della domesticazione del cane ad oggi. 12.000 anni di coevoluzione, convivenza, selezione. Questo è il tempo trascorso da quando i lupi capirono che la vicinanza dell’uomo avrebbe potuto portare loro cibo, protezione e supporto. Così lupo e uomo cominciarono ad aiutarsi nella caccia, a proteggersi a vicenda dai predatori, a mangiare gli uni gli avanzi degli altri. E nel tempo l’uomo ha trovato nel lupo un valido alleato per molteplici scopi, operando una selezione genetica che è oggi alla base di tutte le razze che conosciamo.
Così, oggi ci troviamo a condividere le nostre case con i lupi cecoslovacchi, ma anche con i carlini, i chihuahua, i bassethound ed un’infinità di altre razze genotipicamente e fenotipicamente piuttosto differenti tra loro e dai loro progenitori selvatici. Nel processo evolutivo condiviso con l’uomo, i lupi hanno iniziato a cibarsi degli scarti di quest’ultimo, acquisendo nel tempo la capacità di digerire, assorbire e trarre nutrimento anche da alimenti amidacei, che non facevano parte dell’alimentazione dei lupi e che gli hanno procurato la definizione di “carnivori opportunisti”.
Felidi selvatici e gatti
La domesticazione del gatto risulta più recente rispetto a quella del cane (6000-10000 anni fa), ma la selezione genetica da parte dell’uomo è stata meno spinta ed il gatto domestico assomiglia ancora per molti aspetti dal gatto selvatico dal quale deriva. Infatti, i gatti iniziarono ad avvicinarsi all’uomo quando questo divenne agricoltore: con la necessità di proteggere i granai dall’invasione di piccoli roditori, trovò nel gatto un ottimo alleato che si nutriva dei topi, senza intaccare il raccolto. Così, l’alimentazione del gatto domestico è stata poco modificata dalla convivenza dell’uomo (almeno fino all’avvento del petfood) ed è rimasta fortemente basata sulla caccia ed il consumo della preda intera.
Che differenza c’è tra una preda cacciata e la carne allevata?
Così come è avvenuto per i predatori, anche le prede hanno subìto una selezione genetica molto spinta fin dal momento in cui sono diventati bestiame. La pratica dell’ allevamento, infatti, ha portato con sè una modificazione importante del patrimonio genetico di questi animali, lo sviluppo di malattie e parassitosi e l’utilizzo di farmaci.
La carne che acquistiamo oggi al supermercato, dunque, è estremamente diversa da quella di cui si nutrivano i progenitori dei nostri pet, in termini di qualità, di nutrienti, di pericoli per la salute.
Per chi è consigliata la dieta BARF
Come abbiamo visto, esistono numerose differenze tra i carnivori domestici che vivono nelle nostre case ed i loro corrispettivi selvatici, tuttavia la dieta BARF può rappresentare un’ottima alimentazione (sebbene non sia comunque l’unica possibilità) per quei cani che hanno geneticamente una difficoltà nella digestione degli amidi, come i cani nordici o i primitivi.
Può essere una buona strategia anche per quei cani che hanno uno scarso appetito, risultando spesso più gustosa di un alimento commerciale o di una dieta cotta che comprenda gli amidi.
Infine, può essere utilizzata con successo in un elevato numero di cani che non presentino particolari patologie, ma è fondamentale che tale valutazione sia effettuata da un medico veterinario nutrizionista, poichè possono esistere anche tutta una serie di controindicazioni che è essenziale verificare prima di intraprendere questo tipo di alimentazione.
Pericoli igienico-sanitari
I problemi di tipo igienico-sanitario sono legati essenzialmente alla somministrazione di carne cruda e di ossa: la carne non cotta può veicolare una serie di patogeni come virus (es. Herpesvirus responsabile del morbo di Aujeszky, grave malattia dei suini e motivo per cui la carne di suino non deve mai essere somministrata cruda o al sangue), batteri e parassiti.
Pertanto, anche se l’abbattimento delle carni diminuisce il rischio di tossinfezioni alimentari, queste restano sempre possibili e tale rischio non può essere azzerato neppure dalle migliori norme igieniche.
Le ossa devono essere somministrate esclusivamente crude e ricoperte di carne, questo perchè le ossa cotte e quelle “nude” tendono a scheggiarsi molto facilmente rischiando di provocare perforazioni del tratto gastroenterico e comportandosi da corpo estraneo. Tuttavia, anche queste precauzioni non azzerano la possibilità che un osso polposo si rompa o venga ingoiato intero, dando origine a problematiche di tipo sanitario potenzialmente molto serie.
Infine, esiste il grande capitolo dell’antibiotico resistenza: la manipolazione di carne cruda espone anche la famiglia al contatto con patogeni che possono essere antibioticoresistenti o che possono diventarlo, causando grandi problemi di tipo sanitario anche per l’uomo che non possono essere ignorati in un’ottica di “One Health”.
Per chi è sconsigliata la dieta BARF
LA dieta BARF non dovrebbe essere seguita nei seguenti casi:
- quando in famiglia sono presenti individui immunodepressi o in terapia con farmaci immunosoppressivi, donne in gravidanza, neonati
- negli animali impiegati in IAA (interventi assistiti con gli animali) che hanno contatti con individui appartenenti alle categorie più fragili
- animali immunodepressi
- animali con patologie di varia natura, poichè richiedono una fine regolazione dei nutrienti che non è possibile eseguire in questo stile alimentare
- cani o gatti brachicefali poichè spesso presentano disbiosi intestinale e perchè hanno molte difficoltà nella masticazione, che è fondamentale nel caso in cui vengano fornite ossa polpose intere
- cani o gatti con problematiche comportamentali, possessivi sulle risorse e/o competitivi perchè, in caso di pericolo, potrebbe essere molto difficile intervenire per il proprietario
Conclusioni
In definitiva, la dieta BARF può essere utilizzata in un ampio numero di casi. Per alcuni pazienti può essere consigliata, per molti si può utilizzare senza particolari controindicazioni.
Tuttavia, è fondamentale che questa sia prescritta da un medico veterinario nutrizionista, che possa formulare la dieta basandosi sui fabbisogni nutrizionali del singolo soggetto, utilizzando gli alimenti giusti ed inserendoli nella maniera corretta.
E’ anche essenziale che la dieta sia completa e correttamente bilanciata e pertanto non devono essere utilizzati i salsicciotti già pronti che si trovano in commercio, che quasi sempre sono sbilanciati, essendo carenti di alcuni principi nutritivi e/o eccessivamente ricchi di altri.
Pingback: Cioccolato, cipolla, uva e tutti gli altri alimenti tossici o pericolosi per cani e gatti - Dottoressa Federica Guattari