Indice
Perché parlarne adesso?
Siamo a fine estate, le giornate sono ancora lunghe e il sole è ancora caldo; quindi, perché parlare oggi di capodanno e fuochi artificiali?
Ne parliamo ora perché le difficoltà comportamentali vanno affrontate con le tempistiche corrette e arrivati a Natale non ci sarà, probabilmente, il tempo necessario per mettere in atto tutto ciò che è importante fare per sostenere ed aiutare un cane o gatto in grande difficoltà.
Perché cani e gatti hanno paura dei rumori forti?
Ma qual è l’origine della fonofobia (fobia dei rumori forti)? E perchè alcuni cani ne soffrono in maniera estremamente intensa, mentre altri non sembrano preoccupati dai fuochi d’artificio? Prima di poter parlare di soluzioni, terapie e consigli vari è sempre necessario andare a fondo ed individuare il nodo di un problema tanto diffuso, quanto poco indagato. In fondo, si tratta di una notte l’anno. O di qualche settimana, per chi ha la sfortuna di vivere in una zona di caccia. E invece, l’origine di questa fobia va spesso lontano nel tempo e anno dopo anno si radica, si fortifica e si esprime con maggiore forza, se il circolo non viene spezzato.
Dato per assodato che la risposta di ogni animale ad uno stimolo sia individualmente unica, ciò che preoccupa, generalmente, i cani (e gatti) è facile ad intuirsi: rumori forti ed improvvisi, a volte accompagnati da bagliori di luce, difficili da localizzare nello spazio e non controllabili. Ma questo non è sufficiente affinchè si sviluppi una fobia. In un cucciolo, questo tipo di stimolo genera, solitamente, uno stato di allerta, un certo grado di preoccupazione e la ricerca di una rassicurazione da parte delle figure di riferimento, mentre difficilmente si manifesta una vera sintomatologia fobica durante il primo anno di età del cane.
Da qui, entrano in gioco numerose variabili che possono portare a scenari estremamente differenti tra loro: un cane sicuro, che abbia avuto un corretto sviluppo comportamentale, che non abbia vissuto esperienze negative precedenti collegate ai rumori forti e con una solida relazione che lo lega alla sua famiglia, tenderà, nella preoccupazione, ad affidarsi alle sue figure di riferimento, a chiedere il loro sostegno e, se loro sapranno rispondere adeguatamente alle sue richieste, a non essere eccessivamente preoccupato.
Viceversa, in un cane con un profilo di base insicuro, magari allontanato precocemente dalla mamma, che abbia fatto in vita sua poche esperienze e/o che non si senta sufficientemente supportato dalla sua famiglia, le emozioni negative prenderanno il sopravvento. In questo caso, il cane inizierà a vagare per la casa, cercherà di nascondersi, presenterà sintomatologia ansiosa (respirazione accelerata , tachicardia, movimento continuo), fino ad arrivare ad attacchi di panico veri e propri.
E anno dopo anno la sintomatologia si manifesterà, probabilmente, in maniera più intensa, in un’ escalation di emotività incontrollata e incontrollabile che consegue al processo di sensibilizzazione.
Appare, quindi, chiaro che la presenza del rumore forte sia condizione necessaria, ma non sufficiente allo sviluppo delle fonofobie.
Cosa possiamo fare?
Mentre i fuochi artificiali sono elementi ambientali difficilmente controllabili, quasi tutti gli altri fattori predisponenti lo sviluppo di fobia verso i rumori possono essere indagati ed affrontati con l’ausilio del medico veterinario esperto in comportamento.
Qual è, dunque, il momento di preoccuparsi del problema?
Il momento giusto è tutto l’anno, purché ci sia il tempo necessario per intervenire. Non è mai troppo presto per occuparsi della serenità, della sicurezza e della relazione che ci lega al nostro cane!